Heineken Jammin Festival 2012, RHCP+Guests

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view post Posted on 8/7/2012, 16:24     +1   -1




Heineken Jammin Festival 2012


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Arena Concerto - Fiera Milano-Rho



5 luglio: RHCP, Noel Gallagher's High Flying Birds, Pitbull, Enter Shikari

setlist

CITAZIONE
Monarchy of Roses
Can't Stop
Snow ((Hey Oh))
Look Around
Scar Tissue
Dani California
I Like Dirt
The Adventures of Rain Dance Maggie
The Power of Equality
Under the Bridge
Ethiopia
Californication
By the Way

Encore:
Chad & Mauro & Josh Jam
Fire
Meet Me at the Corner
Give It Away
Final Jam

- recensione

CITAZIONE
Rho, Fiera Milano Live, 5 luglio 2012. Attesissimi headliner della prima giornata dell’Heineken Jammin’ Festival, i Red Hot Chili Peppers sono saliti sul palco alle 21.45, osannati dai 20.000 della Fiera – quasi tutto il pubblico aspettava solo loro, nonostante la presenza in cartellone di un artista come Noel Gallagher. Con la formazione tipo dei concerti post I’m With You – Anthony Kiedis alla voce, Michael Flea Balzary al basso, Chad Smith alla batteria e Josh Klinghoffer alla chitarra, con l’aggiunta di un percussionista e un tastierista – i californiani hanno offerto il solito show energico, anche se piuttosto corto, mettendo in mostra tutti i gioielli della corona: la straordinaria potenza della sezione ritmica (Chad e Flea sono tra i migliori interpreti al mondo dei rispettivi strumenti), un repertorio che poche band possono vantare e la vitalità di Josh, di gran lunga il più scatenato sul palco – del resto è il più giovane. Nonostante abbia raccolto un’eredità pesantissima, Klinghoffer è assolutamente da promuovere.

Assente ingiustificato della serata, Anthony. Probabilmente infastidito da problemi alle spie che lo hanno tormentato per tutto lo show – non poteva sentirsi, e per fortuna non si è accorto dei 3 minuti buoni in cui la parte sinistra dell’impianto (guardando il palco) non ha funzionato – Kiedis è rimasto nell’ombra, defilandosi il più possibile. Al di là dei suoi noti problemi d’intonazione, è mancato in temini di prestazione fisica, se così la vogliamo chiamare. Si è mosso poco, più per parlare con i tecnici di palco che per ballare. Che comincino a pesare le 50 primavere? In ogni caso, del ruolo di frontman si è fatto carico Flea, perfettamente a suo agio nei panni dell’intrattenitore. Sue le uniche parole che i RHCP hanno rivolto al pubblico di Fiera Milano Live. «Il nostro cuore è pieno d’amore ed è tutto per voi» ha detto ad inizio show. Dopo, di tanto in tanto, si è divertito a urlare comici versi nel microfono – vedi la presentazione del socio ritmico Chad. Il pubblico ha apprezzato, Flea è un personaggio unico, uno spettacolo nello spettacolo.

Sedici brani in totale, non sono molti, ma i festival impongono tempi diversi dai concerti. Partenza con Monarchy Of Roses e chiusura con Give It Away, proprio come i live al chiuso di dicembre. In mezzo la scaletta ha regalato un paio di sorprese: Power Of Equality, che insieme a Under The Bridge ha reso omaggio ad uno dei migliori album di sempre dei Peppers (Blood Sugar Sex Magic, del 1991), e Fire, frenetica cover di Jimi Hendrix – già proposta in passato, mancava da un po’. Per il resto, una carrellata di hit. Insieme alla potenza ritmica, irresistibile anche per un palo della luce, è questo aspetto a rendere i californiani uno dei migliori act in circolazione a livello mondiale: possono permettersi di suonare, per qualche ora, solo successi. Oltretutto hanno cartucce da sparare per diverse generazioni. I trentenni hanno apprezzato le cose più vecchie, i ventenni i successi da Californication in poi. Ecco perchè, anche in un momento difficile per i concerti in Italia, sono riusciti a portare 20.000 persone all’Heineken Jammin’ Festival. E le hanno mandate a casa felici.

fonte: onstageweb.com

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L’ora dei Red Hot Chili Peppers scatta poco prima delle dieci. Ingresso trionfale per i quattro musicisti statunitensi, accolti con grande entusiasmo da un’Arena ormai carica a puntino. Senza troppo indugiare in convenevoli Kiedis e compagni attaccano immediatamente con “Monarchy of roses”, “Can’t stop” e “Snow”.
Un inizio relativamente convincente: se la sezione ritmica non tradisce (quando mai Flea e Smith hanno deluso?), Kiedis e Klinghoffer non sono altrettanto in palla come i compagni. La voce fatica ad entrare in temperatura e di conseguenza le famose stecche "kiedisiane" non tardano a farsi sentire. Su “Look around” poi, un inconveniente tecnico compromette per per un attimo l’audio proveniente dalle casse di sinistra. Intoppo prontamente risolto che però non risolleva l’intonazione di Kiedis in “Scar tissue”.
Da qui in poi però, le cose sembrano prendere una piega positiva. “Dani California”, anticipata da una piccola jam strumentale (un po’ il leitmotiv della serata: diverse jam, con Flea e Smith protagonisti, faranno da intermezzo tra un pezzo e l’altro), rilancia le quotazioni dei Peppers, definitivamente decollate con l’ottima “I like dirt”, chicca d’altri tempi, resa qui in maniera impeccabile.
Ecco allora fuoriuscire prepotente il famoso funky groove dei Red Hot, quel sound che li rese celebri fin dagli esordi. “The adventures of rain dance Maggie”, "Power and equality" lanciano la volata al finale come sempre molto tirato. “Under the bridge”, cantata da tutti presenti, un’ottima “Ethiopia” e le conclusive “Californication” e “By the way” chiudono il set principale mandando la band negli spogliatoi per qualche minuto, giusto il tempo di rifiatare. Il rientro vede un Flea guadagnare il palco camminando in verticale sulle mani, un numero da circo proprio come l’adrenalinica “Fire” (cover di Jimi Hendrix, incisa ai tempi di Slovak), piazzata in testa all’encore. “Meet me” e “Give it away”, accolta con vero boato, mettono la parola fine al concerto milanese dei Red Hot, non prima però di aver sfinito gli strumenti in una jam session riservata al trio Flea / Smith / Klinghoffer. Il bassita della band, infine, prende il microfono per i saluti (a modo suo, ringraziando tutti, i presenti, gli assenti e una lista infinita di generi musicali) e la serata può dirsi definitivamente chiusa.

fonte: rockol.it (riveduta e corretta da me!)

 
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